“I am the voice”

La mia voce.
Quel che mi è stato tolto sin da piccola è la possibilità di esprimere condivisione,forza e tutta la potenza dei miei sogni.
In favore di un patriarcato dove è l’uomo che decide,ed in favore di un finto matriarcato dove non è bene che la donna parli in un certo modo,dica certe cose,indossi un certo abito o pensi ad i suoi sogni.
Così sono cresciuta con questi valori/non valori che mi hanno portata a viaggiare,in terre straniere. E straniera lo son diventata anche io,lontano da me.
Dove ho ancor di più sentito la mancanza di un qualcosa che mi facesse battere il cuore.
E non capivo. Sentivo come un torpore.
Poi un giorno mi sono svegliata.
Non proprio in un giorno,eh!
Ma ho iniziato a guardare dentro di me,dentro il mio cuore.
Ed ho iniziato a vedere che,però! Non sono così malaccio!
E che i miei sogni neanche son tanto male!
E che forse quella del Non è bene che…..Non si fa così…..Se dico questo succede che……” etc. non era tutta farina del mio sacco.
E così ho iniziato a condividere,a parlare,ad aprirmi ad una nuova me,che poi tanto nuova non è.
Ho riniziato ad ascoltarmi.
Sto imparando a ri-scoprirmi.
Ho e sto imparando ancora a dire NO,quando non voglio,ed è un esercizio costante.
Ho scoperto che IO POSSO parlare.
Ed ho scoperto che quel che dico ha un valore inestimabile.
E dopo tutto questo lavoro,ho scoperto che posso aiutare le donne,che posso accompagnarle nella loro ri-scoperta.
Che posso ascoltarle.

Un giorno ho sentito di voler fare qualcosa di più,quello stesso giorno il mio cuore ha capito,o forse l’ho sempre saputo, che potevo fare qualcosa di GRANDE!
Non grande nel senso che mi portasse ad un successo o che mi facesse essere “una gran donna” ma semplicemente che potesse essere meravigliosamente grande.
Che potesse essere POTENTE.
Che potesse risuonare.
Che potesse rivoluzionare.

Che potesse essere voce.
Quella che io non ho avuto per tanto tempo,ma che ora ho.
Io voglio essere voce per tutte quelle donne che non possono parlare.
Io voglio essere voce per tutte quelle persone che non possono più esprimersi.
Io voglio essere voce per tutte quelle madri che pensano di non farcela.
Ma poi ce la fanno,sempre.
Voglio essere quella voce che dice che si puo fare,che si può sognare.
E che se ci si crede,i sogni,si possono anche avverare!
Oh,no! Non è semplice,e richiede una miriade di notti in bianco,di pianti,di occhi che bruciano, di cadute,di porte in faccia,di “Non ce la farò mai” pieni di giudizio.
E poi di conquiste,e di scale e di porte che si chiudono in favore di portali magici che si aprono.
Voglio essere la voce,
voglio essere voce che viaggia sulle valige,
voglio essere carovana,
voglio essere nomade.

Una donna saggia un giorno mi ha vista. Oh,non con gli occhi! Con il cuore.
E vedendo ha detto : “Vedo questa immagine su valige che viaggiano,ti vedo nomade”

NOMADE.

Forse è proprio quello il giorno in cui mi sono svegliata.
Perché il suono di quella parola ha rimbombato dentro di me,come il suono di un tamburo antico,ma non sconosciuto.
Quel tamburo che ha fatto riniziare a battere il mio cuore.
Che ha fatto riniziare a credere che potevo farcela.
Quel tamburo che pompa sangue e sogni nella mia vita.
Qual tamburo che suono con e per le donne.
Quel tamburo che porterò dentro la tenda di Doula Nomade.
Perché io sono Doula Nomade.
E questa è la mia voce.